sabato 28 agosto 2010

Nel meraviglioso mondo di Oz intanto...



Breve parentesi tanto per updatare gli interessati su questioni pratiche...la "simpatica" tipa del caffè mi ha chiamato per offrirmi un posto come tappabuchi! Yuu-uu! (o Yayyy per esclamare un po' all'inglese. Entusiasmo e gioia alle stelle, si vede l'entusiasmo?)Non avendo di meglio da fare e consapevole delle spese a venire ho accettato quello che passava il convento. In sintesi: stamattina ho lavorato dalle otto alle undici. Cioè mi sono dovuta alzare alle 7 per lavorare 3 ore. Bello.
Bene, a parte ciò siamo da capo con i curriculum in giro, stavolta per vie traverse.
Le ragazze italiane che abbiamo conosciuto qui a Cairns partono e lasciano il loro lavoro in un ristorante a 30 minuti dalla città. Inizialmente me l'ero un po' tirata perché avrei preferito
trovare qualcosa qui ma insomma a mali estremi...
E poi Vale mi ha raccomandato in un altro ristorante vicino al suo. Ho lasciato il cv anche a loro, vedremo.


Torniamo invece alle meraviglie del regno di Oz che sono molto più interessanti.
Qui la cosa bella è che anche andare al mercato può essere un'esperienza unica. E' divertente girare tra cassette piene di cose mai viste...anche se poi c'è sempre il problema di capire se quello che si ha davanti sia buono o meno e come si mangi visto che nella maggior parte dei casi non si sa nemmeno se sia un frutto o un ortaggio!
E poi qui anche gli animali comuni diventano strani...ma voi sapevate dell'esistenza delle formiche verdi?
E che qui ci sono dei pipistrelli cosi grandi da essere chiamati "volpi volanti"???
E che a volte per la strada insieme ai piccioni si trovano delle sottospecie di tacchini?!!
LO SAPEVATEE?SAPEVATELOOO su Rieducational Channel!
Quando posso documento ma per i pipistrelli ci sto ancora lavorando. A parte il problema della macchina fotografica di
notte prima devo fare una sessione di training autogeno!

martedì 24 agosto 2010

Si chiude una porta e si apre un portone?

Questa mattina sarei dovuta andare a lavoro alle 10.
Ma sono stati così gentili da chiamarmi alle 8 per non farmi disturbare ad arrivare fin là perché tanto non avevano più bisogno.
Breve premessa perché mi sono accorta che non ho aggiornato puntualmente il mio povero blog.
Dopo la prova di cui ho parlato, senza troppi accordi e dettagli ho lavorato una settimana nel bar in questione.
Oggi la "capa" mi chiama per dirmi che dato che io ho chiesto più turni lei si è accorta che non può darmeli perché sono troppo lenta e comunque visto che non resto molti mesi in città preferiscono insegnare il lavoro a qualcuno che si fermi più a lungo.
Ma invece di darmi i turni della settimana ieri non poteva accennare alla cosa???

Comunque non ho molti rimpianti. Certo non è bello sentirsi inadeguati ma il lavoro era abbastanza orribile. Non mi piace esagerare o fare del vittimismo ma diciamo pure che non faceva per me!
Ritmi super frenetici, senza un ordine preciso di cose da fare...l'unica frase che mi sentivo dire in continuazione era: veloce, veloce, veloce. "You have to be faster....quick quick quick!"....quick tua sorella.

Diciamo che c'ho messo un po' a capire cosa si gridavano tra di loro, quando lo gridavano a me, quando dovevo rispondere.
Fondamentalmente il lavoro funzionava così: prendi l'ordine (cercando di chiedere per ogni cosa le esatte informazioni di cui hai bisogno che spesso ignori perché se in Italia uno ordina un caffè tu non gli chiedi se ci vuole lo zucchero oppure o no). Nel frattempo se c'è un tavolo vuoto devi sparecchiare e pulire, servire i clienti, preparare succhi, smoothies milkshakes e simili quando li ordinano, lavare piatti e bicchieri, pulire a terra e correre correre correre. Tutte queste cose erano in continua sovrapposizione e il mistero di come uno dovesse capire l'ordine con cui fare le cose rimane. Tutte le volte che facevo una cosa che mi avevano spiegato essere prioritaria veniva fuori che in realtà bisognava farne prima un'altra. Quasi quasi se avessi potuto fare 3-4 cose contemporaneamente sarebbe stato meglio.
Ora non per fare un post a giustificare il fatto di essere stata licenziata ma mi sento in dovere di spiegare che si, lavoravo in un semplice bar e non al Pentagono, ma comunque avevo il mio bel da fare!

Difficoltà linguistica: capire esattamente cosa vogliono e come, sia i clienti che chi lavora con te, con il casino della folla, dei vari frullatori accesi, con l'accento di ognuno che a volte può essere incomprensibile e con il "gergo" da cucina che può lasciare un po' disorientati all'inizio. (Per capire che quando era pronto il piatto gridavano "food out" e tu dovevi correre a portare il piatto ai clienti c' ho messo un paio di turni)

Difficoltà culturale: conoscenza nulla di bevande e cibi locali. Se a parte le parole che conosci e non capisci perché dette con un accento strano o alla velocità della luce ci aggiungi una parola ignota tipo "Flat White"* si fa un po' fatica a prendere un ordine.
Se ordinano un ice coffe e tu immagini un caffè con ghiaccio mentre devi preparare un bicchiere con 3 cubetti di ghiaccio, gelato alla vaniglia, latte in quantità industriale e un misero "shot" di caffè ci posso mettere un po' più di un secondo a prepararlo.
Ma voi lo sapete esattamente cosa c'è in un dairy smoothie o in un non dairy smoothie?

Difficoltà tecnica:usare rapidamente la cassa con 100 tasti ognuno corrispondente a un prodotto diverso.Ricordarsi come si preparano i vari smoothies e succhi che hanno nel menù. Menù inesistente perché tutto era scritto su una specie di lavagna sopra il bancone. Facile e comodo da leggere ogni volta -_-

Difficoltà punto: ognuno ti insegna una cosa a modo suo e tu prima ascolti uno e fai quello che ti dice e il minuto dopo vieni ripreso da un altro per come lo hai fatto.

Va beh, non era per lamentarmi lo giuro, ma comunque a parte per i soldi, sono quasi contenta così.
Adesso vediamo se riesco a districarmi meglio nella terza fase della mia affannosa ricerca.
Soprattutto considerando che il piano è di scappare da Cairns per la fine di settembre dovrò continuare a mentire mentire e ancora mentire.
Chissà che alla fine io non ci prenda gusto!

*Tanto per la cronaca: Wikipedia insegna che un flat white è una sorta di incrocio tra un cappuccino e un latte macchiato tipico dell'Australia e della Nuova Zelanda.


Parentesi musicale

Are you lost or incomplete?
Do you feel like a puzzle, you can't find your missing piece?
Tell me how do you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak
And they're talking it to me

sabato 14 agosto 2010

Why Don't You Get a Job?

Immagino l'Italia in fermento nella settimana di Ferragosto...caldo, code in autostrada, mare e montagna, i centri vuoti e tanti bei parcheggi per tutti!

Qui invece c'è chi cerca lavoro “disperatamente” e per farlo è passata dalla fase “cerco timidamente un lavoro” alla fase “mo' ti faccio vedere io”.
Prima fase: innocentemente e stupidamente onesta, e forse un po' troppo insicura, la nostra protagonista ovviamente non si è saputa vendere. Tanto che riflettendoci e guardandosi dall'esterno nemmeno lei si sarebbe data un lavoro.

(A mia difesa vorrei sottolineare il mio odio profondo per la scrittura del curriculum, i colloqui di lavoro con domande tipo “cosa ti motiva” e “quali sono i tuoi obiettivi, il dover far capire a qualcuno che sta cercando proprio te perché sei perfetta per il lavoro in questione: odio odio odio)

Seconda fase: piccole bugie, mezze verità, faccia tosta e sorriso a 32 denti.
E così cari amici mi sono spacciata per esperta cameriera (mai fatto in vita mia) e barista (ho sempre e solo stappato bottiglie di birra o di vino in hotel...chiamavo i rinforzi anche per fare uno spritz!! Grazie Sabri!).
Al colloquio in agenzia ero così convinta che mi sarei data se non un lavoro quantomeno un oscar per la recitazione!
“Sai portare tre piatti?” Eeeeh certo!E che me lo chiedi a fare, se vuoi ti insegno.
Ovviamente mai fatto e mai visto fare e dopo aver messo i piatti un po' alla cazzo la tipa mi dice che non aveva mai visto questo metodo. Ho prontamente spiegato che questo ero il modo a me più congeniale ma lo avrei tranquillamente cambiato! Tutto questo solo per farmi registrare per un ipotetico lavoro il primo week end di settembre visto che qui iniziano una serie di festival ed eventi in cui richiederanno orde di camerieri per il catering.
Intanto non potendo darmi per vinta così facilmente ho continuato a girare come una scema in città bussando ad ogni ristorante, bar, bistrot, caffè o gelateria che fosse.

Così oggi, dopo settimane di ricerche, sono stata presa in prova in un piccolo bar.
Mi hanno riconfermato per domani quindi al momento incrociamo le dita prima che sia tutto “ufficiale”.
Insomma dopo momenti di sconforto e porte in faccia finalmente qualcosa inizia a muoversi.
Ora la missione principale è risparmiare il più possibile per la seconda parte del viaggio perché qui (come altrove del resto) non c'è cosa più facile che spendere soldi. E' una cosa che ci viene molto bene.

lunedì 2 agosto 2010

I piccoli fastidi della vita:cose che botherano e annoyano* agli antipodi

Il sole che tramonta alle 6.
Non essere mai sicuri al 100% dove guardare prima di attraversare la strada.
Le porte (comprese quelle del frigo) che si aprono al contrario.
La gente che parla così velocemente da non darti il tempo di elaborare una minchia di risposta in un inglese che sia più o meno dignitoso.
Le periferie dei centri urbani che trasmettono una desolazione senza pari.
L'usanza di chiedere “Hi, how you doin?” (Ciao, come va?) quando in realtà nessuno vuole sentire assolutamente come stai e quando inizi a rispondere sono già lontani.
Il fatto che nonostante ci sia il cambio favorevole la vita sia comunque cara.

Così, per portare un po' di equilibrio dopo il post sui piccoli piaceri della vita, per dovere di cronaca e per cercare di creare un ritratto di questa esperienza che sia il più sfaccettato possibile.


*To annoy and to bother:sinonimi di seccare, dare fastidio, dare noia

Mistero numero 5: le regole sceme




Vi verrebbe mai in mente di scrivere una regola tipo: chiudere la porta del frigo? Oppure: rispettate i vicini??
Forse si se siete delle maestre d'asilo e dovete insegnare a dei bambini di 3 anni come ci si comporta in una società civile.
Ma resta il fatto che la regola “quando ti fai la doccia resta dentro la cabina” è alquanto interessante non trovate?
Cioè, esattamente, dove potrei mettermi in alternativa per farmi la doccia???
E' un promemoria per i decerebrati?
Sono regole per popolazioni aliene che non conoscono i nostri usi e costumi?
Sono deficienti e scrivono regole a caso??
La paura più grande è: con chi hanno a che fare da doversi premunire in questo modo?