giovedì 29 luglio 2010

Le piccole gioie della vita: cose che si apprezzano agli antipodi

L'happy hour con la birra che costa 2 dollari.

Andare in banca e aprire il conto (senza spese mensili, senza spese e basta) in 10 minuti con l'impiegato che ti da anche consigli su dove cercare lavoro.

Gli hamburger che non sai come mangiare da quanto sono alti.

La temperatura perfetta tutto il giorno.

Gli smoothies freschi quando c'è un pelino troppo caldo.

Il sorriso sulle labbra e la disponibilità di tutti, dagli autisti del bus ai camerieri. Sembrano davvero tutti più rilassati quaggiù!

Mistero numero 4 - A piedi nudi non solo nel parco

Si, Vale lo ha già accennato nel suo post ma credo meriti un angolo della rubrica sui misteri del down under.

Ma che problema hanno con le scarpe da questa parte del mondo?E non sto parlando di ubriachi e barboni. Fanno camminare scalzi sui marciapiedi anche i bambini indifesi!

E' un sistema di selezione naturale?Chi sopravvive e non si prende nemmeno un piccolo fungo allora è destinato a portare avanti la specie??!


mercoledì 28 luglio 2010

I nostri eroi...(o quasi)



martedì 27 luglio 2010

''OH CAPTAIN, MY CAPTAIN'' - Vale

In quanto compagna di viaggio di Alessia, ogni giorno affronto impavida con lei le avversità e le avventure della vita del viaggiatore: fare la doccia là dove nemmeno l'acqua è pulita, collezionare lividi bluastri causati dai ripetuti calci tirati alle valigie, mangiare fritto tre volte al giorno senza pensare alle conseguenze, non provare ribrezzo per quelli che camminano scalzi in città e soprattutto conoscere gente nuova...e strana.

Mai però avrei pensato di poter un giorno incontrare un personaggio fuoriuscito da un libro di Hemingway e certamente non potevo lasciare che Alessia se lo facesse sfuggire.

Essendo io la 'consorte' stronza della coppia, traccerò qui un delicato ritratto del nostro Capitano preferito.

Salire su una barca a vela che si dirige in mezzo all'Oceano Pacifico mentre il vento la piega a angolo retto sul mare è già abbastanza avventuroso e magari anche divertente, ma solo fino a quando non capisci di essere sola su una nave dove l'equipaggio è formato da quattro ragazzini il più vecchio dei quali ha 23 anni. Ventitré anni....tu che a venticinque ti reputi “coraggiosa” perché sei stata su un aereo della lussuosissima Emirates per 21 ore appena.

Inizia così un'avventura durata due giorni.

Giunti in alto mare continuiamo a ridere (e deridere) mentre per la sesta volta chiediamo al capitano quanti anni ha e riceviamo ovviamente sempre la solita risposta: “I am 23” .

Lui intanto, tra un insulto e una bestemmia, urla ordini allo skipper, si tiene saldo e in equilibrio stretto al suo timone, la pelle bruciata dal sole, vestito con una t-shirt che grazie al sale che ha assorbito potrebbe stare su da sola e con un cappellino di lana in testa che lascia sfuggire un ciuffetto di capelli biondo-marroni così stopposi che quasi non sembrano capelli ma paglia; potrebbero prendere fuoco tanto scotta il sole adesso. Quando si toglie gli occhiali sembra un panda. Ha un'ombra bianca, lunga e unica sugli occhi blu che sono circondati da piccole rughe sottili anche quelle provocate dal sole e dal sale.

E' possente il capitano, braccia grosse, gambe robuste, mascella sporgente e spalle larghe...più di una volta durante il viaggio si riferisce a sé stesso come il Brad Pitt del mare (sic).

La traversata verso le isole dura un'ora e mezza. Arriviamo alle tre del pomeriggio. Lui dà l'ordine di cominciare a bere poi si isola in sottocoperta con lo skipper (non fatevi ingannare dal nome...lo skipper è una bionda alta un metro e settanta con occhi verdissimi e gambe lunghissime e che risulta tanto fuori posto quanto noi su quella barca...almeno finché non comincia a tirare funi e innalzare vele).

Dopo un giorno di scommesse, bestemmie, bevute e prese per il culo finalmente lo inchiodo a prua. Mi racconta di quella volta che il vento era così forte da riuscire a staccare la vernice del nome della sua barca, o di quella volta che durante una tempesta di fulmini il GPS e tutti i sistemi di guida sono saltati mentre lui ancora si trovava a 4 settimane da terra, o di quella volta che un'onda ha spinto lui e la ciurma fino a un gruppo di montagne incastrando la barca tra i pini. Sembra incredibile, vorrei non credergli ma il modo in cui lo racconta mi fa capire che non mente. Per convincermi finalmente mi porta in coperta e mi mostra la carta d'identità. Ha 23 anni. Classe 1987. Figlio di marinai, proprietari di un'azienda di costruzione di navi, naviga da quando aveva 4 anni e a 12 anni ha iniziato a farlo da solo. Vive sul mare e per il mare e quando scende beve per non farsi venire il 'mal di terra' (landsick), per dimenticare che è all'oceano che appartiene e là dovrà sempre tornare.

Mi chiede perché io non riesca ad accettare la sua età. Semplicemente non posso...non posso accettare che un ventitreenne sia il capitano della minuscola barca a vela spersa nell'oceano per due giorni e due notti sulla quale io in questo momento cerco di rimanere senza vomitare l'anima. Mi guarda e ride biascicando qualcosa in Australiano stretto seguito da qualche parolaccia a caso e mi chiede cortesemente di non innamorarmi di lui. Gli rispondo che non c'è assolutamente problema. C'è una luce un po' pazza nei suoi occhi e per un momento sembra davvero avere 23 anni. Grazie al cielo si ricompone subito, almeno abbastanza da farci credere a tutti di essere in buone mani...o no?

Torniamo sani e salvi da questo viaggio che è stato incredibilmente lento e altrettanto veloce. Lui scende a terra e poche ore dopo ci raggiunge al pub dove arriva già ubriaco. E' vestito con la stessa cura di quando era sulla barca ma non porta né il cappello né gli occhiali e l'ombra bianca sugli occhi ora è ancora più evidente. Lo skipper, Rebecca si chiama, indossa un vestitino floreale ed è truccata. Pochi di noi la riconoscono al primo impatto perchè sembra uscita da un film di Hollywood e quando sorride illumina tutti quelli che gli stanno accanto.

Nel giro di poco tempo il nostro capitano, che tanto saldamente riesce a restare fermo su una nave in piena tempesta, viene catapultato fuori dal pub insieme a un amico perché troppo ubriaco persino per continuare a giocare a biliardo. Lo rincontriamo più volte in giro per la città mentre tocca, abbraccia e molesta ogni ragazza o animale che respira e gli attraversa la strada, il tutto rigorosamente di fronte alla sua stupenda ragazza che fa finta di niente. Per un attimo cerco di capirla, ma quando lui si abbassa i pantaloni e mostra il suo sedere pallido a tutto il locale, abbandono ogni logica e comincio a reputare pazza anche lei.

Infine sparisce probabilmente collassato sotto qualche palma dove si risveglierà al mattino. La sua ragazza entra in discoteca dove si dà all'alcol. Noi, io e Alessia, ci guardiamo cercando di capire, cercando di trovare una soluzione logica e giungiamo alla conclusione che gli Australiani sono pazzi, che l'amore è cieco e che il culo del capitano in fondo non era tanto male. Ci dirigiamo verso la nostra camera in silenzio pensando che in fondo ne è valsa la pena, siamo state fortunate, perchè abbiamo incontrato un eroe dei fumetti e ne siamo uscite vive.

Quasi dimenticavo... Non c'è marinaio che si rispetti senza tatuaggio. Il suo gli prende tutta la schiena. Ovviamente. E' colorato di verde, rosso e blu. Lo ha disegnato per lui la nonna di origini giapponesi. C'è scritto 'See' che è il suo cognome. Matt See che suona esattamente come “Sea” (mare). La ciliegina sulla torta. Proprio come il più perfetto dei personaggi di Hemingway . E se non lo vedi non ci credi.

lunedì 26 luglio 2010

Whitsundays:la sopravvivenza in barca e la solita sfiga meteorologica

Gente di mare....oh oh oh....che se ne va....mmm, noo?Non vi ho convinti?

No. Infatti non siamo proprio genti di mare noi. Ma, miei fedeli (??) lettori, vi dico che non solo siamo sopravvissute alla gita in barca di due giorni, ma ci siamo anche divertite da morire!E pensare che la paura poteva privarci di un'esperienza del genere...

Purtroppo anche così lontano arrivano le macumbe, i malocchi e le tirate direttamente dall'altra parte del mondo e non riusciamo a vedere una minchia di isola con il sole!! Ma i posti sono talmente belli che non c'è malocchio che tenga!

Due giorni e due notti su una barca vela intorno a delle isole splendide nell' Oceano Pacifico sono un'esperienza unica. Anche per gli sfigati come me che non sanno nuotare! Non ho mai fatto mistero del mio rapporto conflittuale con il mare quindi si può immagine il leggero timore nel prendere un precario gommone per raggiungere la barca (io ho paura anche del pedalò!) o il simpatico tragitto fatto veleggiando in cui eravamo seduti su un lato della barca posta in posizione verticale sull'acqua. E non sto esagerando.

Insomma nonostante questa “serenità” di fondo i paesaggi, i tramonti, i pesci tropicali visti solo in tv che si affacciano ai bordi della barca ancorata per la notte, le spiagge bianchissime, l'acqua trasparente, le balene (si, di nuovo!) la natura incontaminata e svegliarsi in mezzo all'oceano hanno decisamente vinto su tutte le paranoie.

Ah non ho menzionato il trattamento benessere incluso nel pacchetto: acqua dell'oceano (trattamento viso) e sabbia di silicio (trattamento piedi) di Whitehaven Beach hanno reso la mia pelle fantastica. Peccato che non durerà!

Per dovere di cronaca e per chi non dovesse essere pratico è giusto segnalare brevemente gli aspetti legati alla sopravvivenza: la scarsa igiene (premessa all'inizio del viaggio: la doccia è solo per lavare via il sale dopo le immersioni. Ottimo!), e il dormire, mangiare, bere e andare in bagno in equilibrio precario sulle onde. Ogni tanto ci sentiamo dondolare anche adesso!

Troppo ci sarebbe da raccontare sul personaggio del “capitano” ma rischierei di non rendere onore al soggetto in questione. Vale, che non può accettare tale affronto, per l'occasione si è offerta di curare un post a riguardo. Mi riprometto di pubblicarlo senza censure (anche se so che dovrei!). Mi scuso in anticipo con i lettori più sensibili (ma chi sono?).

E con le Whitsundays si chiude la nostra parentesi da backpackers. Con le lacrime agli occhi pensando agli ultimi giorni in giro, dobbiamo fermarci per trovare un lavoretto qui a Cairns.

Il tempo, manco a dirlo, ci ha accolto con un bellissimo cielo grigio e una pioggerellina tropicale che ci ricorda da dove viene tutto questo verde.

Dicono che sia molto strano per questa stagione. Ecco la prova che la sfiga meteorologica la portiamo con noi dal primo giorno che abbiamo messo piede in Australia.

Oggi è stato il primo giorno a Cairns dopo 10 ore di bus da Airlie Beach. Segnaliamo nell'ordine: un grande numero di aborigeni mai visti prima, furgoncini e van di backpackers in ogni dddove, umidità del 100%, appartamento carino e PULITO (incredibile ma vero) con due canadesi, una vecchia australiana la cui presenza al momento è ancora inspiegabile, una spagnola che parte venerdi, e altre due non ancora pervenute.

Domani primo giorno di orientamento in città.

mercoledì 21 luglio 2010

Airlie Beach

Primo pensiero alla vista di McDonald's anche nei posti piu sperduti del continente (dove la tre non prende ricordiamolo!): infestante.

Secondo pensiero alla vista di McDonald's dopo connessioni pagate dai 4 ai 6 dollari l'ora e connessioni che vanno a megabyte quando prendono: GRAZIE. Si è capito dove sono?

Qui avere internet e poi averlo gratis è una manna dal cielo!Passare dalla flat a tutto questo non è semplice per me...ma ci sono già quasi abituata!

Dunque dunque.Dove eravamo rimasti? Cose degne di nota:

Fraser Island: incredibile.

Per gli amanti del fuoristrada è davvero il massimo...ma non solo per loro ovviamente.Spiagge immense, foreste pluviali e laghi d'acqua dolce con sabbia bianchissima in un giorno solo.Belissimo.

Vi è mai capitato di vedere una cartolina e pensare che fosse ritoccata?Che un posto cosi effettivamente non puo esistere?Beh era quello che ho pensato io quando ho visto la cartolina del Lago McKenzie a Frasere Island. Ho pensato che fosse la solita cartolina esagerata.

Per la prima volta in vita mia ho visto un posto che superava la cartolina.

Abbiamo visto di nuovo i dingo in libertà, i kookaburra e le balene, questa volta senza vomitare e tranquillamente dalla spiaggia, mentre facevamo il giro con il nostro autobus 4x4...tra un salto e un altro dal sedile. Prima volta in cui ho pensato che allacciarsi le cinture in autobus avesse senso.

Lunedi abbiamo passato la giornata in ostello a Hervey Bay causa maltempo.

Abbiamo cercato di mangiare del pesce che non fosse fritto ma invano.

La sera sempre con il fantastico servizio di navetta gratuita che ci ha portato dall'ostello alla fermata del bus siamo partire alla volta di Airlie Beach dove siamo giunte dopo circa 12 ore di viaggio!

Il cuscino da viaggio che mi hanno regalato prima della partenza si è rivelato salvavita e sono riuscita a superare la notte abbastanza indenne.

Airlie Beach è una località carina, minuscola a quanto pare ma con un enorme concentrazione di backpackers che si fermano qui per andare a visitare le Whitsunday Islands. Qui è tutto un via vai di ragazzi che salgono o scendono la costa, annunci di chi vende van o di chi offre e chiede passaggi per le prossime tappe del viaggio.

Noi ormai abbiamo solo 5 giorni davanti prima di fermarci per un po' a Cairns.

Per la rubrica “civiltà” vorrei segnalare un paio di nozioni apprese chiacchierando con una delle ragazze che lavorava alla reception dell'ostello di Hervey-Bay. Jade al momento è l'unica fonte da cui sappiamo che:

se hai piu di 25 anni e decidi di continuare a studiare lo Stato ti da dei soldi.

Se fai un figlio lo Stato ti paga 7mila e ripeto SETTEMILA dollari australiani.

In più per combattere la crisi cosa si sono inventati nel DownUnder?

Beh ti danno circa 900 dollari che tu puoi spendere come vuoi...cosi fai girare l'economia. Ovvio no?

Indagheremo ulteriormente prima di creare un flusso migratorio imponente verso l'Australia.

Oggi abbiamo prenotato il viaggio in barca di 2 giorni alle Whitsunday Islands. Missione suicida?

Beh considerando che non so nuotare e che l'ultima esperienza in barca è stata fallimentare direi senza ombra di dubbio di si...ma non so se avete visto le immagini delle isole. Mi sa che ne vale la pena.

Adesso andiamo a comprare le pillole per il mal di mare!Che Dio (o chi per lui) ce la mandi buona!

Mistero numero 3 - La grandezza delle monete


Già Gabriele il primo giorno a Brisbane ci aveva illustrato questa intelligente idea del popolo australe di avere le dimensioni delle monete inversamente proporzionale al loro valore sul mercato.

Più passano i giorni e più non me ne posso fare una ragione.

Perchè la moneta da due dollari dev'essere più piccola di tutte le altre???

sabato 17 luglio 2010

Hervey-Bay

Ieri sera siamo arrivate in questa cittadina di fronte a Fraser Isalnd.
A parte il servizio di navetta gratuito che porta direttamente i backpackers dalla fermata dell'autobus all'ostello (10 punti) ci sarebbe un attimo da parlare con gli autori della lonely planet per chiedergli esattamente cosa intendono per PULIZIA...Ma si sa sono mezzi inglesi pure loro come pretendere di piu'?
Il posto e' carino ma essendo bassa stagione non c'e' un gran movimento. Il che ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
Alla faccia della bassa stagione pero' noi oggi abbiamo preso il sole tutto il giorno.
Ecco diciamo che il giorno finisce intorno alle 5 pero' cosi ci invidierete un po' meno se proprio vi immaginate una situazione idialliaca.
L'acqua e' limpida, sugli alberi ci sono i pappaggalini colorati che fanno un gran casino e stamattina hanno anche svegliato Vale. Io ero in coma e non ho sentito niente
Ieri siamo abbiamo cenato in un ristorante di tapas gestito da cinesi...sara' un po' come da noi con le pizzerie pakistane. Nonostante si possa trarre delle conclusioni affrettate la cena era pure buona diciamola tutta.
Adesso ci tocca darci ad attivita' casalinghe come fare la lavatrice e la spesa per la cena e la colazione di domani.
Ah...non ho detto niente dell' Australia Zoo: bellissimo!
Non che sia un'amante di zoo, in realta' non ne ho visitato nemmeno uno prima ma questo era highly recommended e devo dire che ne e' valsa la pena.
In realta' da' piu' l'impressione di un grande parco con gli animali che vivono in spazi ampi.
Tutto e' curatissimo e c'e' una grande attenzione per la natura e il benessere degli animali.
Il creatore e' Steve Irwin non so se avete presente quel pazzo furioso che catturava i coccodrilli. Mi sono ricordata mentre vedevo il video sul bus (ebbene si...c'era un video su di lui sul bus da Noosa alla zoo) di averlo visto anche in qualche documentario in tv.
Domani (se ci sbrighiamo a prenotare) andiamo in gita a Fraser Island la piu' grande isola sabbiosa del mondo.
Dico solo che nella lingua aborigena la chiamavano l'equivalente di "paradiso"...vi sapro' dire se a ragione.

mercoledì 14 luglio 2010

Mistero numero 2


Ecco una chicca beccata oggi al supermercato...

l'olio d'oliva spray.

Ma perchè???

martedì 13 luglio 2010

Rubrichina

Intanto apro una piccola rubrichina che al momento intitolerò: Il mondo alla rovescia: i misteri del Down Under.( o anche: Ma poi alla fine, perchè???)

Mistero numero 1

Prima immagine: vedete la strana apertura della scatola dei cereali?

Ecco, potrebbe non significare niente in particolare, solo che agli australiani piace aprire le scatole in maniera diversa...e invece, superficialotti, a tutto c'è una spiegazione... ma non so se il buon senso può aiutarvi nel trovarla.

Seconda immagine: The answer.

Cioè, mi chiedo, perchè qualcuno dovrebbe sentire il bisogno di versare del latte in una scatola?

Se sei in campeggio e hai del latte e dei cereali con te, forse ti sarai portato anche una minchia di tazza no?

Sono strana io?Mi sfugge qualcosa?



Arrivo a Noosa

Ecco siamo già in roaming...la tre è andata a farsi benedire con le sue fantasmagoriche offerte ma telstra (che da quello che ho capito è la nostra telecom, di cui ho preso la chiavetta internet) al momento sembra tenere duro!

Siamo partite oggi alle 12.30 da Brisbane e siamo giunte a Noosa Heads alle 4 del pomeriggio.

Lungo la strada abbiamo potuto ammirare da lontano le Glass House Mountains, coni vulcanici a cui l'erosione millenaria ha regalato una forma tra l'affascinante e il ridicolo.

Per l'esattezza noi non siamo esattamente a Noosa ma a Sunrise Beach, una località a 5 minuti dalla cittadina vera e propria. Cioè, citando la Lonely:“Noosa è costituita da un gruppo di comunità che sorgono attorno alla foce del Noosa River” quindi ci sono tipo tante piccoli agglomerati ognuno dei quali da su una spiaggia o sulla laguna o sul fiume. Ma prima di arrivare ovviamente non avevamo capito niente di tutto questo.

Stasera abbiamo fatto un giro nella zona più commerciale che a quanto pare è Noosa Heads. Piena di negozietti e locali carini. Immancabile anche qui il ristorante italiano super figo.

Qui siamo in bassa stagione ma la temperatura stasera era ideale.

Domani l'idea è quella di esplorare le spiagge più belle, sempre sperando che ci sia bel tempo. Ah, si...sperando anche di non prenderci la peste bubbonica in questo simpatico appartamento dalle condizioni igienico sanitarie alquanto discutibili. Quello che non uccide fortifica giusto?!


lunedì 12 luglio 2010

Ale in Land of Oz




Si...ho latitato ancora prima di iniziare a scrivere questo blog...ma è stata una lunga e alquanto complicata settimana.

Non che lo immaginassimo tanto diverso questo arrivo. Come tutti gli arrivi in un paese straniero infatti le prime difficoltà sono sempre le più grandi, ma qui eravamo per la prima volta davvero senza appoggi e per di più con l'handicap del costo esagerato di qualunque mezzo di comunicazione!!

Insomma sono isolati dal mondo geograficamente e non vedono perché sbattersi per contattare gli altri, per la serie: “Noi stiamo bene tra noi”come cantava il buon vecchio Antonellone Venditti,

Quindi dopo varie peripezie e soprattutto dopo aver speso circa 22 dollari AUD in due giorni per due telefonate di mezzo minuto e per controllare la posta, le nostre eroine sono riuscite a comprarsi una fantastica scheda 3 per chiamare i fissi italiani a una tariffa amica (cioè ci costa moooooolto di più chiamare un cellulare australiano che a casa) e una chiavetta internet dalla funzionalità alquanto improbabile.

Al momento comunque pare reggere.

Anche se la cosa più bella dev'essere stata la nostra faccia al negozio quando ci hanno detto che la copertura c'è solo nelle grandi città...se ti sposti molto le compagnie telefoniche non garantiscono che ci sia il segnale.

E non stiamo andando a Uluru!Questo per far capire che probabilmente (quando ci arriveremo lo sapremo con certezza) fuori dalle grandi città sei veramente come si suol dire “in culo ai lupi”.

Bene bene ottime premesse...ma veniamo a noi.

Riassunto delle puntate precedenti:

Dopo un viaggio interminabile in cui non si capiva più che ora per noi, che ora nel paese dove eravamo, chi eravamo e soprattutto dove eravamo e perché, siamo giunte nella ridente città di Brisbane, altrimenti chiamata dai suoi abitanti Brissie!Per la cronaca si nota una predisposizione dei locali ad affibbiare nomignoli. Ad esempio chiamano l'Australia anche Oz, Down Under o Aussie.

Ah, fermi tutti, il volo Emirates merita una breve parentesi di ringraziamento per la tv davanti al sedile che ha garantito la mia sopravvivenza!

Avere più di 100 cose da vedere tra film e telefilm è stato come rimanere a casa in una giornata d'inverno...con l'unico handicap del divano. Ecco si, non è che si dorma proprio alla grande in aereo, e anche mangiare a orari improponibili solo perché poi non sai quando ti ricapita di poter mettere qualcosa sotto i denti diciamo che non è il massimo. Ma non siamo qui per lamentarci, giusto?

Allora dunque dunque, torniamo alla nostra Brissie, primo impatto con la realtà degli antipodi.

Noi l'abbiamo definita come un incrocio tra una grande città americana e Londra. Un mix ben riuscito direi. Il top sono le piscine artificiali GRATUITE accanto al fiume con le postazioni per usare il barbecue GRATUITAMENTE. Non aggiungo altro.

Appena posso cerco di postare qualche foto.

C'è da confessare che per questi primi giorni abbiamo anche avuto la fortuna di incontrare una faccia nota e una che lo è diventata subito dopo. Lontano lontano infatti nel regno di Oz dopo anni ho incontrato un mio amico nienepopodimenoche delle medie!Ovviamente sapevo che era qui ed era stato contattato in precedenza. Ironia della sorte la sua partenza era fissata per il giorno dopo il mio arrivo!Siamo comunque riusciti ad uscire insieme e questo è bastato per farci sentire già un po' più a casa. Per un amico che parte ce n'è sempre uno che resta e così il suo compagno di avventure è diventato al momento il nostro unico amico/guida nel continente! Grande Didi!

Mi accorgo che riassumere questi giorni in un unico post possa diventare un po' pesante per i miei cari 25 (?!!) lettori quindi vi risparmio i dettagli e accenno brevemente solo all'avventura a Moreton Island in cui abbiamo passato il viaggio in barca per avvistare le balene con la testa nei sacchetti di carta per il mal di mare. Povere ingenue noi...e non vi dico quanto ci è costata in dollari australiani questa simpatica avventura.

Tra l'altro, i maledetti, prima ci hanno nutrito e 5 minuti dopo hanno iniziato a farci ballare sulle onde. Noi innocenti e fiduciose mai avremmo pensato a una fine tanto umiliante e triste!

Si conferma la mia preferenza per la terraferma!

Oggi ultimo giorno a Brisbane. Domani si parte per Noosa.

sabato 3 luglio 2010

-3

Dunque dunque...
La valigia è già quasi pronta.
Il bancomat nuovo che mi avevano giurato e spergiurato sarebbe arrivato entro la settimana, ovviamente non è arrivato.
Ma in fondo noi gente fiduciosa nelle banche e nelle poste italiane non ci avevamo mai creduto.

Bollo idiota italiano di 40,29 Euri, pagato, mortacci loro. Bollo inesistente in tutti i paesi civilizzati e che dicunt possono controllare oppure no...così un po' a caso.
Contanti in valuta locale, presi. Se sono veri lo scopriremo sul posto visto che sembrano quelli del Monopoli.
Carrettate di medicine per presunte e possibili reazioni allergiche, prese.
Patente internazionale non pervenuta.
Mi sono rifiutata di pagare altre 40 Euro per la gloria.
Voci di corridoio dicono che basti la patente europea, altre che sia necessaria solo una traduzione che fanno anche lì (con soli 14 dollari). In ogni caso dipende da chi ti ferma. Se quel giorno gli girano ti rompono le scatole, se no vale la nostra. MAH...e sottolineo: MAH.
Tanto per il momento non è previsto il noleggio di nessuna auto. Guidare dal lato opposto della carreggiata crea ancora qualche remora.
Poi cos'altro?
Sono anche mezzo riuscita nell'impresa titanica di fare un saluto a quasi tutti gli amici e i parenti.
Magari alcuni non li vedo comunque da più di sei mesi ma andare dall'altra parte del mondo dice che fa effetto.
Domani ultimo giorno in terra natìa.
Ai blocchi di partenza.